L'Arte dell'Effervescenza: il Metodo Martinotti e il Metodo Classico

Jan 12, 2024Daniele Borgogno
L'Arte dell'Effervescenza: il Metodo Martinotti e il Metodo Classico

Le bollicine italiane, vero e proprio testamento dell'eccellenza vinicola del Paese, sono riconosciute a livello globale per la loro straordinaria varietà e qualità. Il cuore di questi tesori effervescenti risiede in due tecniche di produzione predominanti: il Metodo Charmat e il Champenois, meglio conosciuti nei circoli enologici italiani come Metodo Classico. Questi metodi non solo definiscono il vino, ma conferiscono ad ogni bottiglia una personalità unica, dal vivace Prosecco alle varianti distinte del Metodo Classico come Franciacorta, Trento DOC, Oltrepo Pavese e Alta Langa.


Metodo Charmat-Metodo Martinotti
Esploriamo il Metodo Charmat, noto anche come Metodo Martinotti, un pilastro della scena dei vini frizzanti, specialmente per le varietà italiane come Asti, Moscato d'Asti, Prosecco e Prosecco Rosé. Questo metodo, ideato da Federico Martinotti ad Asti nel 1895 e successivamente perfezionato da Eugène Charmat, si discosta dalla fermentazione tradizionale in bottiglia vista nello Champagne.
Il processo prevede una seconda fermentazione in grandi cisterne, non in singole bottiglie. Questo è cruciale per mantenere gli aromi e i sapori naturali dell'uva, specialmente nei vini che non sono destinati a invecchiare a lungo. È un approccio più economico e veloce rispetto ai metodi tradizionali.

Asti e Moscato d'Asti: Dolci e leggeri, questi vini sono prodotti con l'uva Moscato nel nord-ovest dell'Italia, nella regione del Piemonte. Sono noti per la loro intensa essenza floreale e fruttata, pensa a pesche, rose e uva. L'Asti subisce una semplice singola fermentazione in cisterne pressurizzate, creando il suo gusto caratteristico, mentre il Moscato d'Asti è meno fermentato, risultando in un livello alcolico più basso e un profilo più dolce.

Prosecco: Proveniente principalmente dall'uva Glera, il Prosecco ha origine nelle regioni del Veneto e Friuli Venezia Giulia. È famoso per la sua natura leggera e rinfrescante, con note di mela verde, pera e agrumi. A seconda della pressione, può essere completamente frizzante (spumante) o leggermente frizzante (frizzante). Il Prosecco DOCG, specialmente da Conegliano Valdobbiadene, si distingue per la sua acidità croccante e i sapori vivaci.

Prosecco Rosé: Un membro più recente della famiglia Prosecco, questo vino frizzante rosa mescola Glera con Pinot Nero per il 10%-15%, offrendo deliziose note di fragola e lampone, perfetto per aperitivi o pasti leggeri.

Il Metodo Charmat è apprezzato per la sua convenienza economica, il minor tempo di produzione e la capacità di mantenere gli aromi varietali aromatici e puri dell'uva. Tuttavia, generalmente porta a vini con minore complessità e limitato potenziale di invecchiamento rispetto a quelli prodotti con il metodo tradizionale.

Charmat Metodo Martinotti


Metodo Classico
Poi c'è il metodo Champenois, o come dicono gli italiani, Metodo Classico, profondamente radicato nelle tradizioni della regione dello Champagne in Francia. Questo metodo è paragonabile a un maestro compositore, che intesse complessità in ogni bottiglia attraverso un elaborato processo di seconda fermentazione direttamente all'interno della bottiglia, spesso esteso oltre i due anni. Le fasi intricate - remuage, sboccatura, dosaggio - sono come pennellate accurate su una tela, risultando in una sinfonia di note ricche, derivate dai lieviti e un perlage sia raffinato che duraturo. I vini Metodo Classico, rispetto ai loro cugini Prosecco, sono come gemme rare con numeri di produzione significativamente inferiori. Richiedono pazienza e cura meticolosa, invecchiando sui lieviti e attraversando processi intensivi, portando a un risultato più esclusivo.

Prendiamo ad esempio il Franciacorta, un blend di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco. È come una melodia consolidata nel tempo, che richiede un invecchiamento di almeno 18 mesi sui lieviti per le sue varianti non millesimate. Ma la composizione si approfondisce per il suo Rosè e Saten, richiedendo 24 mesi, mentre le etichette millesimate e Riserva richiedono un'orchestrazione di 30 e 60 mesi, rispettivamente.

Poi c'è il Trento DOC, un armonioso blend di Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Nero e Meunier. Come una poesia classica, richiede un minimo di 15 mesi sui lieviti per i suoi vini non millesimati, costruendo fino a un crescendo di 36 mesi per la Riserva.

L'Oltrepo Pavese Metodo Classico, principalmente prodotto con Pinot Nero, con un mix di Chardonnay, Pinot Grigio e Pinot Bianco, rispecchia la diversità della sua regione. Richiede un minimo di 15 mesi sui lieviti per le varietà non millesimate e almeno 24 mesi per le millesimate e Cruasè Rosato, con ogni bottiglia che incapsula l'essenza della sua terra.

L'Alta Langa, che abbraccia Chardonnay e Pinot Nero, è come un romanzo profondo e introspettivo, che necessita di almeno 30 mesi sui lieviti e un ancor più profondo 36 mesi per la sua Riserva, con ogni pagina che si gira nel tempo.

Negli ultimi anni, molte regioni italiane hanno iniziato a esplorare il Metodo Classico con uve autoctone come Carricante, Nebbiolo, Verdicchio, Sangiovese, Vermentino e altre. Questa incursione nel cuore del terroir di ciascuna regione riflette un invecchiamento minimo di 18 a 24 mesi sui lieviti, con alcuni che si estendono anche oltre, molto simile a un viaggio nell'anima dell'enologia italiana.

Second fermentation in bottle
In questo mondo di bollicine ed eleganza, le denominazioni vinicole italiane si ergono come custodi di qualità e autenticità. Charmat, con i suoi metodi e regioni di produzione designati, e i vini Metodo Classico, governati da regole rigide riguardo le varietà di uva, i periodi di invecchiamento e le tecniche di produzione, raccontano entrambi una storia di dedizione, tradizione e un amore radicato per l'arte della vinificazione. Questa è l'essenza delle bollicine italiane – un testamento alla diversità, alla tradizione e a una passione duratura per l'eccellenza.

Ti potrebbe interessare anche: