Il cambiamento climatico è stato un argomento di discussione per decenni.
Ma solo ora gli effetti sulla produzione di vino si stanno facendo sempre più evidenti.
l cambiamento climatico non riguarda solo la temperatura e le precipitazioni, ma anche il modo in cui il clima influisce sulla qualità del vino.
Le alte temperature e la siccità in Italia hanno causato vendemmie molto più calde e sempre più anticipate, l’attuale vendemmia 2022 si presterà a diventare una delle annate più precoci di sempre, soprattutto in Langa e Franciacorta.
Non c’è più, soprattutto per le varietà medie o medio tardive, la possibilità di arrivare a vendemmiare con tranquillità alla fine di settembre o nella prima quindicina di ottobre.
I cambiamenti climatici possono avere un effetto cruciale sulle caratteristiche organolettiche e sensoriali dei vini. Il Piemonte è una delle regioni italiane più colpite da questo fenomeno. Alcune aree e vitigni hanno subito rapidi e evidenti cambiamenti nei modelli climatici a cui molti produttori hanno dovuto rispondere prontamente. Ne sono la prova i grandi spostamenti dei vigneti di Alta Langa da 250 a 800-1000 metri di altitudine per garantire il mantenimento della giusta acidità e freschezza richieste per questa tipologia di vino. Al contrario, altre regioni, hanno beneficiato dell’aumento delle temperature, dando vini più complessi e strutturati anche in zone da sempre ritenute di pregio inferiore.uove aree vitivinicole grazie a questo cambiamento epocale.
La produzione di vino nei paesi scandinavi è diventata più diffusa negli ultimi anni, con Svezia, Danimarca e Norvegia che hanno tutti investito in progetti di viticoltura, nonostante fino a poco tempo fa era impossibile ipotizzare la presenza di un clima favorevole alla vite.
E altresì vero che sono aumentati nei paesi più tradizionalmente vocati alla produzione di vino, fenomeni violenti come grandine e temporali che insieme alla diminuzione di resa, data dalla siccità, metteranno sempre più in difficoltà molte aziende.
Insomma l’argomento è complesso, ci sono i pro e i contro ma l’unica cosa certa è che il cambiamento in essere c’è e forse sarà sempre più impattante.
Toccherà alle aziende adattarsi (e forse anche ai consumatori) e trarne più beneficio possibile ed evitare per quanto si potrà le conseguenze negative. Sono certo che, anche grazie al supporto e alla lungimiranza di professionisti del vigneto quali agronomi e professionisti del settore, la viticoltura italiana riuscirà ad adattarsi alle condizioni attuali e future in maniera sensibile, con sicuramente un maggior rispetto delle risorse a disposizione ed una più efficiente tecnicamente ponderata coltivazione della vite.
Un augurio a tutti i produttori che hanno cominciato la vendemmia o che a breve la cominceranno.
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